E’ ormai sotto gli occhi di tutti che le case discografiche non investono più sui nuovi talenti (se non su chi provenga da talent show e programmi tv)..
Questo perchè i dischi non si vendono più e i compensi ricavati dai servizi streaming non riescono più a compensare.
Non per questo però ‘la musica è in crisi’, anzi.. Sono convinto che sia sempre più in mano agli artisti.
I cambiamenti dovuti all’avvento dei formati digitali (Spotify, Mp3, Youtube) e il conseguente crollo del cd tradizionale (-92% negli ultimi dieci anni), hanno portato prima di tutto ad un cambiamento radicale nel settore.
Esistono molti più strumenti oggi per iniziare una carriera professionale senza dover per forza aspettare che “qualcuno” si accorga di noi e decida di produrci.
Ma la prima cosa da fare è cambiare atteggiamento, non rimanere più ancorati a vecchi schemi.
Vediamo in che modo..
Prima di tutto bisognerebbe rivedere il concetto di “successo”.
Come?
Dandogli un valore più realistico.
Dev’ essere trasformato in desiderio di essere ascoltati, conosciuti e stimati dal pubblico.
E fare in modo che la vostra passione, la musica, diventi un vero e proprio lavoro.
In secondo luogo bisognerebbe rivedere la figura dell’artista, considerandola nè più e nè meno un mestiere come tutti gli altri.
Anni fa la casa discografica selezionava i talenti, li coltivava, li contrattualizzava, si faceva carico di ogni spesa.
Questo perchè in cambio riceveva tutti i proventi derivanti dalle vendite dei dischi.
Ciò ha portato nel tempo ad aspettarsi che ci sia “qualcuno” al quale affidare la nostra vita artistica.“Qualcuno” che nel caso accettasse il nostro lavoro sarebbe pronto a farci un contratto e renderci famosi..
La conseguenza? Si è creata una mentalità di assistenzialismo garantito, con l’unico obiettivo di arrivare al famoso ‘contratto’.
La crisi discografica ha riportato tutti con i piedi per terra.
Oggi fare musica è ancora possibile.
Esistono realtà, ovvero solisti e band, che anche non passando mille volte in radio hanno un loro pubblico, e riescono a viverne. Perché, ripeto, la musica è diventato il loro lavoro.
Parlo di artisti che vivono con i live e con i dischi venduti ai loro concerti, per esempio.
Qual è quindi l’atteggiamento giusto per farlo?
Quello di considerarlo un mestiere da affrontare con impegno, come qualsiasi altro:
Una persona comune lavora dalle 8 alle 10 ore al giorno.
La stessa cosa dovrebbe fare un cantante.
Nella mia esperienza posso dire che molti artisti noti lavorano tantissimo, studiano, si perfezionano in maniera maniacale.
Ancora di più dovrebbe fare chi vuole farsi conoscere.
E credo che gli step da seguire siano inizialmente due:
1- concentrarsi sulla musica
cercare di migliorare, ascoltarsi il più oggettivamente possibile, studiare, e crearsi un proprio stile, possibilmente diverso da tutti gli altri. Guardarsi intorno, quindi, ma senza copiare nessuno.
2- farsi conoscere.
In Italia esistono più di 1000 locali dove ci si può esibire dal vivo. E non c’è palestra migliore, per avere un riscontro su se stessi.
Solo in questo link (Database Locali live) potete scaricare una lista con i numeri di telefono da contattare e sicuramente on line potete trovarne anche altri (vedi ad esempio questo sito http://www.italymedia.it/italymusik/locali/).
Chiamateli, proponetevi attraverso un cd. E portatene un po’ di copie anche alle vostre serate live.
Voi direte: ‘Sì, certo…e con cosa mangio, nel frattempo?’
So perfettamente che molti di questi locali pagano poco e che non c’è predisposizione ad ascoltare musica inedita. Ma i famosi ‘pesci in faccia’ fanno parte del pacchetto del vostro progetto.
E’ inutile lamentarsi, trovatevi occupazioni alternative e andate avanti con costanza. Progettate uno spettacolo che unisca cover (che ben predispongono il pubblico) a qualche vostro inedito.
Fatevi conoscere da più persone possibile. E soprattutto, all’inizio non temete di investire.
In fondo qualsiasi professione richiede un investimento iniziale, anni di gavetta e spese da affrontare.
Anche per fare il medico, l’avvocato o il farmacista servono anni di studio e di sacrificio economico.
È una scelta che fate per il vostro obiettivo.
Poi presentatevi alle radio, inviando i vostri brani.
In questo link potete scaricare una lista di 200 emittenti da contattare. (Database 200 Radio)
E’ chiaro che è difficile farvi ascoltare senza una casa discografica alle spalle. Ma un promoter, per esempio, potrebbe aiutarvi.
Si tratta di una figura professionale che propone, per voi, la vostra musica alle radio.
In questo link potete trovare una lista di alcuni professionisti. (Promoter e uffici stampa), ne troverete altri anche sul web, ma scegliete con attenzione…
Infine, anche un buon videoclip può aiutarvi tantissimo. Oggi la musica viene ascoltata in gran parte su Youtube, e poi condivisa sui social network.
Anche una pagina ufficiale su Facebook vi può far conoscere sempre più e aiutarvi a trovare collaborazioni.
Poi iscrivetevi a festival musicali.Alcuni di questi sono molto importanti, come il Premio Musicultura, il Premio Tenco, e il Premio PIMI organizzato dal MEI (Meeting Etichette Indipendenti) che ha consacrato artisti come Afterhours, Baustelle, Negramaro, Casinò Royale.
E che dire di spotify/apple music? In assoluta autonomia potete pubblicizzare e addirittura vendere online la vostra musica.
Quindi…
c’è tanto da fare, ma il mestiere della musica è qualcosa di Possibile.
Per chiarimenti, domande e informazioni non esitate a contattarmi.
Vi aspetto!
Lorenzo Sebastiani